Varianti vs Vaccini — Tomas Pueyo

La gara tra la tartaruga e la lepre

Claudio Porta
13 min readFeb 12, 2021

Questa è la traduzione di un articolo di Tomas Pueyo disponibile al seguente link

Ulteriori articoli tradotti dagli originali in varie lingue, che hanno ricevuto oltre 60 milioni di visualizzazioni, sono consultabili qua in italiano:

1 — Coronavirus — Perché Agire Ora

2 — Coronavirus — il martello e la danza

3 — Coronavirus-parte1 — imparare ad applicare la danza

4 — Coronavirus-parte2 — i passi fondamentali di danza che può seguire chiunque

5 — Coronavirus-parte3 — come fare i test e tracciare i contatti

(parte 4 non pubblicata)

6 — Coronavirus-parte5 — prevenire contagio e diffusione

7 — Coronavirus: dovremmo ambire all’immunità di gregge come la Svezia?

8 — Coronavirus: la strategia del formaggio svizzero

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Il 2021, con il sospirato avvento dei vaccini, dovrebbe essere l’anno della salvezza. Era solo questione di tempo, poi è arrivata la variante B117, che si è diffusa in Inghilterra, ha fatto collassare il suo sistema sanitario ed ha continuato ad estendersi in tutto il mondo.

Ogni paese adesso si trova nel mezzo di una corsa tra nuove varianti, inglese, sudafricana e brasiliana, e le vaccinazioni di massa per fermarle. Cosa succederà adesso nel tuo paese? Sarà salvato dai vaccini, o subirà come è successo nel Regno Unito una nuova ondata di decessi?

Quando si tornerà alla nuova normalità?

Per rispondere a queste domande, cerchiamo di capire cosa è successo nel Regno Unito, raccogliamo le informazioni a disposizione sulla variante B117, analizziamo i vaccini e proviamo ad ipotizzare cosa succederà da ora fino all’estate.

Cosa è successo nel Regno Unito?

Come ha detto Alex White nel mezzo della terza ondata:

Traduzione: quando abbiamo detto “appiattire la curva” avremmo dovuto probabilmente specificare “lungo l’asse X”

Durante il picco epidemico, ad un britannico su mille quotidianamente veniva diagnosticato il COVID, e non a causa di migliori procedure di testing.

Da dove arrivano tutti questi casi?

Quasi tutti i nuovi casi provenivano dall’Inghilterra, ed è ancora così.

Questo nuovo ceppo, ora chiamato B117, in Inghilterra è passato dall’essere quasi inesistente fino a diventare predominante nell’arco di poche settimane, quindi molto velocemente:

Theo Sanderson @theosanderson

Un’altro modo di vedere gli stessi dati:

Questa crescita è avvenuta durante un periodo di lockdown

Traduzione: a fine Dicembre 2020, ha iniziato ad essere evidente come una nuova variante di SARS-CoV-2, Variante di preoccupazione 202012/01" (di seguito “VOC 202012/01”), era prevalente e stava rapidamente soppiantando le varianti esistenti in almeno tre regioni dell’Inghilterra, vale a dire nel sud-est, a Londra e nell’est dell’Inghilterra. Questa variante sembra aver incrementato la sua incidenza durante l’ultima fase di lockdown nazionale (5 novembre — 2 dicembre 2020) ed è continuato ad aumentare ulteriormente dopo il lockdown, sebbene molte delle aree colpite si trovassero al livello (allora) più alto di restrizione ( “Tier 3”). La preoccupazione per questa variante ha portato il governo del Regno Unito a porre alcune parti di queste tre regioni sotto restrizioni “Tier 4” il 20 dicembre, ed è stato messo in vigore un pacchetto di misure di controllo sostanzialmente in linea con quelle introdotte durante il blocco nazionale dell’Inghilterra a novembre. Il nostro attuale livello di conoscenza sulle misure mediche e non mediche efficaci per combattere la SARS-CoV-2 non corrisponde alle potenziali proprietà epidemiologiche e cliniche di VOC 202012/01. Le prime valutazioni della trasmissibilità e della gravità della malattia per questa nuova variante sono fondamentali per consentire risposte politiche rapide a questa potenziale minaccia.

Fonte: Stima della trasmissibilità e gravità della nuova variante SARS-CoV-2 di preoccupazione 202012/01 in Inghilterra, Centro di Modellazione Matematica per le malattie infettive, London School of Hygiene and Tropical Medicine

Come ha riportato l’ Economist:

“Durante le vacanze di Natale, le restrizioni di Londra erano equivalenti al blocco nazionale, con le scuole chiuse per le vacanze e la maggior parte degli uffici chiusi, e tuttavia i casi aumentavano”.

I casi sono crollati solo dopo un lockdown ancora più severo. Questo fatto ci dice che possiamo sconfiggere la nuova variante inglese, ma per capire esattamente come e quando fermarla, dobbiamo analizzare meglio le varianti.

B117, la variante inglese

Cresce dal 50% al 70% più velocemente

Le stime migliori sono che cresce tra il 50% e il 70% più velocemente rispetto alle precedenti varianti tradizionali.

Questo dato non dice granché, finché non realizza cosa significhi avere circa il 60% in più di infezioni una settimana, e ancora il 60% in più la prossima settimana, e di nuovo la settimana successiva … fino a quando, entro un paio di mesi, si hanno un numero di casi 70 volte maggiore.

Può trasformare una storia da sogno in un incubo

Se le nazioni hanno avuto difficoltà a fermarlo prima, avranno molta più difficoltà a fermarlo ora. Essendo il 60% più contagioso, il tasso di trasmissione R0 passerebbe in media da 2,7 a circa 4,3 ovvero, in mancanza di qualsiasi misura e senza persone immunizzate, una persona contagiata ne infetterebbe altre 4,3. Se una nazione ha pochi casi perché ha applicato misure che hanno fatto scendere R da 2,7 a, diciamo, 0,9, ora quelle stesse misure fanno calare l’indice R solo a circa 1,4 (un aumento del 60% su 0,9). La differenza tra 0.9 e 1.4 è la stessa tra la notte e il giorno:

È più difficile da fermare

Abbassare R da 2,7 a 1 è una riduzione del 60%.
Abbassare R da 4,3 a 1 è una riduzione del 75%.

Quei 15 punti percentuali aggiuntivi potrebbero non sembrare molti, ma lo sono. I paesi iniziano sempre con le misure più efficaci dal punto di vista economico e di maggior impatto, come limitare gli assembramenti o imporre l’uso di mascherine. Man mano che si introducono nuove misure per ridurre R, queste diventano sempre più costose per ottenere un impatto minore. Quindi la prima riduzione del 15% di R è molto, molto più economica che passare da una riduzione del 60% ad una riduzione del 75%.

In molti paesi occidentali, questa è la fase in cui si ricorre al coprifuoco e alla chiusura delle attività non essenziali (anche se ci sono misure molto più economiche).

L’immunità di gregge è più difficile da raggiungere

La soglia per raggiungere l’immunità di gregge passa da circa il 60% della popolazione (attraverso vaccini o guarigioni) a circa il 75–80%.

Se in un paese il 20% della popolazione risulta immunizzato dopo aver contratto l’infezione, con la variante precedente si sarebbe dovuto vaccinare solo un ulteriore ​​40% della popolazione per raggiungere la soglia del 60%, corrispondente all’immunità di gregge.

Ora, con una soglia del 75%, invece di un ulteriore 40% della popolazione da vaccinare passiamo al 55%, che corrisponde al 35% in più di vaccini necessari (il 55% è il 35% in più del 40%), in un momento in cui questi ultimi scarseggiano.

Non è solo più difficile, ma ci vuole anche più tempo. Se un paese può vaccinare in media il 5% della popolazione in un mese, servirebbero 8 mesi per ottenere l’immunità di gregge con la variante precedente (quindi la campagna vaccinale si sarebbe conclusa entro agosto 2021). Ma con la nuova variante, ci vorrebbero ulteriori 3 mesi, ossia si andrebbe con le vaccinazioni fino a novembre, presupponendo che coloro che chi è stato infettato in passato sia ancora immune. Come hanno appreso a Manaus, in Brasile, questo potrebbe non essere vero: pensavano di aver raggiunto l’immunità di gregge avendo circa il 75% di persone infette [1]. Poi hanno subito una seconda ondata, probabilmente con la nuova variante brasiliana, hanno finito l’ossigeno e le persone sono morte come mosche.

[1] I dati di Manaus potrebbero essere stati falsati, poiché non si trattava di un campione casuale. Di conseguenza, è possibile che l’immunità di gregge non sia stata raggiunta e che la riduzione dei casi fosse una combinazione delle immunizzazioni e dei cambiamenti comportamentali. È anche possibile che l’immunità di gregge sia stata raggiunta ma che il tasso di nuove infezioni fosse più alto con la nuova variante. Sono necessari più dati per capire meglio.

È più letale

Quando la variante B117 è apparsa per la prima volta, la maggior parte delle persone ha detto: “Non dovremmo preoccuparci, normalmente quando i virus mutano diventano meno virulenti”. Sono stato uno dei pochi ad avvisare che, sfortunatamente, probabilmente era più letale.

Questo era il pensiero comune: “Se un virus uccide più rapidamente, ha meno opportunità di diffondersi. È il compromesso tra trasmissione e virulenza”. Sfortunatamente, era troppo semplicistico.

L’evidenza della teoria del compromesso trasmissione-virulenza non è così chiara. Questo fantastico articolo lo spiega bene.

Il diavolo sta nei dettagli. Ad esempio, nelle prime fasi di una pandemia, quando la maggior parte delle persone non è infetta (come accade adesso con il COVID), la virulenza tende ad essere più alta. Vale anche in questo momento poiché siamo ancora molto lontani dall’immunità di gregge.

La virulenza tende inoltre ad aumentare quando le persone hanno tante correlazioni , come capita in questo periodo di COVID, il quale viaggia in tutto il mondo.

Questo è ciò che accadde durante la pandemia del 1918. La prima ondata, in marzo-maggio, fu meno mortale della seconda ondata di quell’inverno.

Quando un virus riesce a penetrare meglio nelle cellule (come questa variante), significa che probabilmente infetta molte più cellule, si riproduce più velocemente e si diffonde più velocemente nel corpo. Questo significa che è più difficile da fermare e che uccide di più. Quindi le varianti più letali sono quelle che si diffondono di più. Questo processo era già noto 150 anni fa, e si chiama passaggio.

Per prevedere se questo virus sarebbe stato più letale o meno, è stato necessario analizzare i dettagli.

Il modo in cui COVID si comporta lo ha reso uno sfortunato candidato per aumentarne la virulenza. Se si osserva il grafico dei contagi considerando i giorni dopo l’infezione iniziale, si nota come la maggior parte delle infezioni si verifichino prima di manifestare sintomi o immediatamente dopo.

Se una variante si riproducesse più rapidamente, i sintomi comparirebbero prima e più intensamente, il che significa maggiori contagi iniziali, con le aree blu e verdi che avrebbero picchi più alti.

Inoltre, gli asintomatici rappresentano circa il 50% delle infezioni ma solo il 5% diffonde il contagio. Un virus che si riproduce più velocemente renderebbe molti molti asintomatici più contagiosi, quindi l’area arancione diventerebbe notevolmente più grande.

Al contrario, poiché le persone si ammalano e muoiono più velocemente, infetteranno meno persone sei giorni successivi, e questo appiattirebbe la parte destra del grafico.

La combinazione di questi due fattori determina lo spostamento della curva dal blu all’arancio:

A conti fatti, qual è il picco più grande? L’aumento della trasmissione nel suo picco supererebbe la riduzione della trasmissione sulla parte destra del grafico.

Più persone malate significherebbero più morti. Ma i decessi avvengono settimane dopo l’infezione, quindi uccidere le persone più velocemente non riduce la velocità di trasmissione. La morte e la contagiosità sono così disconnesse dal COVID, e questo fa si che non ci sia alcuna implicazione che riduca la mortalità del virus. Per questo motivo la nuova variante è più letale del 30%.

La gara: varianti contro vaccini

Diffusione nel mondo

La variante B117 è attualmente in oltre 80 paesi e sta continuando a diffondersi. È molto difficile dire esattamente quanto sia presente in ogni paese, poiché al di fuori del Regno Unito e della Danimarca pochi paesi hanno un sistema di sequenziamento adeguato.
Questo è il dato più vicino alla realtà che ho potuto ottenere.

In alcuni paesi come il Regno Unito, Israele, l’Irlanda o l’Austria, la variante B117 è già abbastanza diffusa da sentirne già gli effetti deleteri. Per il resto delle nazioni, quando accadrà?

La variante B117 quasi raddoppia ogni settimana quindi, entro la fine di febbraio, rappresenterà la maggior parte dei casi rilevati in Svezia, Francia, Belgio, Germania, Spagna, Paesi Bassi, Italia, Irlanda, Lussemburgo, Portogallo, Svizzera e Danimarca.
In queste nazioni la velocità di trasmissione del virus sta per aumentare fino al 50% entro al fine del mese. Negli Stati Uniti sarà predominante a metà marzo.

Quindi chi vincerà, la variante o il vaccino? In un paese, il vincitore è già stato il vaccino.

Israele ha somministrato in percentuale 60 dosi di vaccino ogni 100 persone. Hanno visto una riduzione della velocità di trasmissione di circa il 40%, iniziando a sentire l’effetto dei vaccini a metà gennaio, quando circa il 30% della popolazione aveva ricevuto la prima dose.

Israele ha potuto farlo essendo un piccolo paese sviluppato con un sistema sanitario efficiente e centralizzato, e hanno inoltre pagato quasi il doppio per ogni vaccino. Pfizer ha visto il vantaggio economico e l’opportunità di poter fare un rapido test reale in un paese in grado di sostenerlo, ed è diventato un gioco da ragazzi per loro inviare i loro vaccini lì.

Il resto dei paesi, purtroppo, non possono fare una campagna vaccinale così velocemente.

Vaccini

Il Regno Unito e gli Stati Uniti non vanno velocemente come Israele, ma stanno andando avanti. A questo ritmo, in 3–4 mesi il Regno Unito potrebbe aver vaccinato la maggior parte delle persone, mentre gli Stati Uniti probabilmente termineranno la campagna intorno all’estate. Nel mondo sviluppato, quelli in ritardo sono gli europei.

Per capire perché questo stia accadendo, dobbiamo analizzare i vaccini disponibili nei paesi occidentali, ovvero i cinque vaccini con studi di Fase III . In termini generali, molto tutti molto efficaci.

Anche il vaccino russo sembra efficace, ma i dati provengono esclusivamente da ricercatori russi e da studi condotti a Mosca. Dato l’interesse della Russia nel dare notizie politicamente motivate, non ci può essere piena attendibilità di questi dati finché non vengono replicati da una fonte indipendente, e lo stesso accade con il vaccino cinese. Apparentemente il vaccino di AstraZeneca non ferma la variante sudafricana, ma è abbastanza efficace per quella inglese. In generale, sembra che stiamo attraversando il periodo più difficile con la variante sudafricana.

I cinque vaccini eliminano quasi tutte le complicazioni gravi, anche per le nuove varianti, inoltre eliminano la maggior parte dei sintomi per la variante tradizionale e in generale eliminano almeno il 50% dei casi per qualsiasi variante. L’unica variante che sta dando più problemi in questo momento è la quella sudafricana, ma ci sono ancora buoni vaccini contro di essa.

Anche se i nuovi vaccini non funzionassero bene con le nuove varianti, a questo punto sarebbe abbastanza facile adattarsi. Poiché conosciamo il codice genetico delle varianti, piccole modifiche ai vaccini aumenterebbero probabilmente la loro efficacia mantenendo gli stessi effetti collaterali sugli esseri umani. La mia ipotesi è che questo non sia qualcosa di cui dovremmo preoccuparci, mentre sarebbe importante concentrarsi sul fatto che non si possono fare i vaccini abbastanza velocemente.

Allora dov’è il problema? È che non si sono comprati abbastanza vaccini? No.

Fonte

La maggior parte dei paesi sviluppati ha acquistato molti più vaccini del necessario, ma le aziende farmaceutiche non possono produrli abbastanza velocemente.

La produzione di vaccini è stata un’altra storia fallimentare riguardante la pandemia. Il vaccino Moderna è stato creato nel gennaio 2020, 2 giorni dopo la pubblicazione del codice genetico del coronavirus, ma ci è voluto un anno intero per testare, approvare, produrre e distribuire. Si sarebbe potuto fare molto meglio.

Ad esempio, si sarebbero potute pagare le persone per ottenere il vaccino e poi essere infettate, invece di aspettare che l’infezione avvenisse naturalmente per alcuni. Avremmo potuto pagare qualsiasi cosa perché le persone decidessero di volerlo fare. Se alcune persone vogliono farlo, sacrificandosi per gli altri mentre fanno soldi, perché impedirglielo? Ciò avrebbe portato all’approvazione del vaccino nell’arco di mesi, salvando centinaia di migliaia di vite e miliardi nell’economia.

L’elenco degli errori nell’introduzione del vaccino è illimitato.
Perché espandere la capacità di produzione * dopo * l’approvazione invece che farlo inizialmente con fondi pubblici? In questo periodo uno stabilimento Pfizer in Europa ha interrotto la produzione vaccini per espanderne la produzione.
Perché pagare pubblicamente le dosi di vaccino invece di acquistare le loro formule, in modo da poter poi convincere tutte le aziende farmaceutiche a produrle?
Perché non convincere i concorrenti a produrre vaccini vincenti immediatamente dopo l’approvazione?

Perché decidere chi vaccinare e in quale ordine dopo che i vaccini sono stati approvati, e non prima, con tutti i mesi che abbiamo avuto?

L’Unione Europea ha ritardato l’approvazione dei suoi vaccini di almeno un mese perché stava discutendo con le aziende farmaceutiche su chi avesse la responsabilità se i vaccini non si fossero rivelati efficaci, per quale motivo? La quantità di denaro risparmiata è ridicola rispetto ai soldi sprecati posticipando di un mese le vaccinazioni.

Perché non guardare i risultati delle prove quando arrivano, con inferenza bayesiana, per aggiornare le probabilità di successo mentre procediamo? Se avessimo visto quanto sono stati buoni i risultati quando hanno iniziato ad apparire, avremmo potuto avviare il processo di approvazione, la produzione di vaccini, l’organizzazione del loro lancio …

A causa di tutti questi errori, ora siamo bloccati con miliardi di vaccini acquistati e solo pochi milioni disponibili, di conseguenza il tempo da qui all’estate servirà per vaccinare una quota considerevole della popolazione nei paesi sviluppati.

La tartaruga e la lepre

Nella corsa tra le varianti del virus ed i vaccini, le varianti sono la lepre ed i vaccini sono la tartaruga.

Sappiamo tutti che, alla fine, come la tartaruga vinceranno i vaccini. Entro questa estate, nei paesi sviluppati, i tassi di vaccinazione probabilmente saranno compresi tra il 50% e l’80%. Dal momento che ci sarà anche una certa immunità di gregge, e l’estate significa stare all’aperto nell’emisfero settentrionale, è probabile che la pandemia si estingua durante l’estate.

La domanda è: verranno messi a punto in tempo per evitare che le nuove varianti prendano il sopravvento? Ora abbiamo la nostra risposta: purtroppo no.

La variante B117 probabilmente subentrerà tra febbraio e marzo nella maggior parte dei paesi sviluppati, senza tener conto delle varianti brasiliana e sudafricana.

I paesi emergenti si trovano in una posizione ancora peggiore: non solo avranno le 3 varianti, ma riceveranno i vaccini molto più tardi. Inoltre nell’emisfero australe ora si stanno godendo l’estate ma l’inverno, con più varianti e non abbastanza vaccini, potrebbe essere meno indulgente.

Quindi tieni duro per qualche altro mese, non abbassare la guardia, la fine del tunnel è vicina. Se puoi vaccinati o, in caso contrario, aspetta fino all’estate. Entro settembre, probabilmente torneremo alla nuova normalità nei paesi sviluppati, mentre per quelli emergenti, speriamo che più vaccini e una rapida implementazione evitino il ripetersi del 2020.

Sii forte.

Thomas Pueyo

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Claudio Porta
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Written by Claudio Porta

CNR — IIT network technologist

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